Come superare gli shock globali? Con capacità predittive e un ‘tocco femminile’

Come attraversare gli shock globali? Dai rincari per i beni energetici alle code per l’olio di semi di girasole fino agli attacchi cyber, la pandemia, la guerra in Ucraina e le crisi globali hanno fortemente impattato sulle nostre economie e sul nostro quotidiano.

“In questo contesto una catena di fornitura e approvvigionamenti solida e a prova di interruzioni è un fattore vitale innanzitutto per la normale operatività delle imprese, prima ancora che della loro capacità di competere sul mercato – spiega Fabio Zonta, esperto del settore cpo di Engineering, la tech company italiana -. Per questo, frettolosamente, le aziende stanno modernizzando la direzione acquisti rafforzando i team, non solo in termini numerici, ma soprattutto in termini di qualità e competenze professionali, in un mix uomo/donna necessariamente equilibrato”. 

Viva le donne in azienda 

“Le donne – sostiene Fabio Zonta – hanno la grande capacità di selezionare l’oggetto o il servizio da comprare: non si fermano al primo riscontro e approfondiscono in maniera metodica sondando qualsiasi opportunità che il mercato mette a disposizione, solo dopo decidono cosa acquistare. E poi, per indole, hanno migliori abilità nella negoziazione, riescono a far valere i loro punti di vista nel rispetto delle esigenze e dei diritti altrui senza mai farsi mettere in soggezione dalla contro parte – aggiunge Zonta -. Hanno la capacità di porsi un obiettivo e raggiungerlo senza fermarsi alle prime difficoltà. Nella mia organizzazione il 75% sono donne e in azienda la percentuale è comunque al di sopra della media del settore”.

Investire nella formazione dei manager

“Per le imprese – continua Marina Verderajme, presidente nazionale di Gidp, associazione direttori risorse umane – è diventata fondamentale la valutazione dei rischi esterni per una efficace strategia di impresa, e investire nella formazione di manager con competenze specifiche consente all’azienda di prevenire e indirizzare il proprio business verso la costante crescita anche diversificando le attività. Il manager si trasforma pertanto dall’attuale responsabile acquisti, con una retribuzione tra i 50 e 60 mila euro, a un chief procurement officer (cpo), che nelle grandi imprese raggiunge fino a 500 mila euro”.

Il multi-talento è un plus

In tal senso la figura del cpo deve evolversi significativamente, diventando una figura centrale nelle scelte strategiche aziendali e sviluppando competenze che spaziano dall’AI al risk management, dalle tecniche di negoziazione internazionale alle competenze tecniche, dalla gestione delle risorse umane alla comprensione dei modelli predittivi.
E sebbene tradizionalmente questo ruolo sia stato ricoperto in prevalenza da uomini è sempre più marcata l’esigenza di una managerialità femminile, in una funzione in cui il multi-talento è un plus.